LA OGGETTIVAZIONE DELLA DONNA NEI MEDIA: CONSEGUENZE SOCIALI E COMPORTAMENTALI

28 Ottobre 2017 | Michela Nacca

di Avv. M. Nacca

3–4 minuti


L’Italia ha un tasso decisamente elevato di molestie sessuali che vedono  come vittima privilegiata le donne e le bambine. A ciò si accompagna la costante oggettificazione della figura femminile nelle immagini divulgate dai media. Per “oggettificazione” o oggettivazione, intendiamo la percezione di una persona quale oggetto sessualizzato. Nella oggettivazione della donna viene posta in luce solo la sua capacità sessuale attrattiva verso gli uomini, sì da identificare la persona esclusivamente con il suo corpo, la sua sensualità o seduttività.

I risultati sono stati significativi ed allarmanti, specie considerando  l’influenza che tali immagini possono avere verso i più giovani che, ancora non avendo formato un senso critico, tendono ad assimilare  concetti subliminali tesi verso una violenza di genere.

Nelle ragazze, in base a degli Studi condotti dall’Università di Padova, l’oggettivazione sessuale di cui esse sono fatte bersaglio aumenta il rischio di soffrire di disturbi alimentari, di depressione, di disturbi  della sfera affettiva, che influisono negativamente sulle loro risorse cognitive e la capacità di prestare attenzione.

Le donne oggettificate o sessualizzate sono infatti disumanizzate, non  ne vengono considerati o addirittura sono negati i loro sentimenti, le esigenze, la sofferenza, i loro bisogni e capacità intellettive.

La oggettivazione, impedendo il “perspective taking” cioè la risposta  socio-emozionale dell’interlocutore, favorisce la non comprensione empatica della donna oggettificata, il mancato riconoscimento della sua  persona, impedisce di entrare in comunicazione con lei e, dunque,  agevola la commissione di altrui comportamenti anaffettivi, nei suoi  riguardi, ossia atteggiamenti violenti psicologicamente, affettivamente e  financo fisicamente.

La divulgazione di Videogiochi violenti e fortemente sessisti (v. GTA)  fa  si che i ragazzi si identifichino in uomini aggressivi, dominanti e  competitivi, che volentieri utilizzano le donne per i loro bisogni sessuali e narcisistici, con violenza e senza alcun rispetto per la dignità femminile e la sofferenza della donna.

Le donne sessualizzate (o autosessualizzate) sono dunque destinatarie privilegiate di violenze, inoltre, in base a studi condotti  dall‘Università di Milano-Bicocca, esse risultano per lo più oggetto di pregiudizi altrui circa le loro competenze professionali o accademiche.

Tutto ciò ci aiuta a spiegare come mai Asia Argento, donna altamente oggettificata in quanto attrice conturbante che ha ricoperto ruoli cinematografici anche scabrosi, venga percepita come non-vittima nonostante le di lei affermazioni. E ciò anche da parte di molte donne.

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