di S. D’Aquilio
3–4 minuti
È sempre difficile andare a vedere un film pluripremiato cercando di non farsi influenzare da ciò che un po’ tutti ne hanno scritto e detto.
Con questa difficilissima missione, sono entrata in sala. Una sala gremita, ovviamente, complice la vittoria dell’Oscar come miglior film dato a questa opera “strana” di Bong Joon-ho.
La trama è degna di un film di Totò e, in effetti, ha richiamato molto alla mia memoria “Miseria e nobiltà” poiché, fatti i doverosi distinguo, altro non è che il drammatico racconto dell’ingiustizia sociale che contrappone una famiglia costretta ad affrontare le mille difficoltà del vivere quotidiano, in una sorta di casa insalubre e minuscola situata nei sobborghi della città, ed una ricchissima e bellissima famigliola da mulino bianco che abita, rendendola viva, una villa magnificente ed esclusiva dall’altro capo della stessa città.
Queste creature socialmente così distanti si incontreranno e scontreranno in un crescendo di imbrogli, messi in atto dai “poveri” a danno dei “ricchi”, colpi di scena ed imprevisti che fanno tenere il fiato sospeso agli spettatori in più di un’occasione.
Tutto inizia quando il figlio della famiglia povera viene raccomandato da un suo caro amico per dare lezioni private di inglese alla rampolla della famiglia ricca.
La madre della ragazzina esamina il ragazzo, in un lungo colloquio e lui, non appena comprende (con la velocità di spirito e l’intuito TIPICO di un vero “scugnizzo”) di avere a che fare con una donna estremamente ingenua, ricca e manipolabile, decide di “sistemare” anche i propri familiari.
In un’escalation di fantasiose macchinazioni, egli riuscirà nel proprio piano di conquista della totale fiducia della famiglia ricca e tutto filerebbe per il meglio se non fosse per un imprevisto, davvero imprevedibile, che cambia totalmente registro alla narrazione la quale diviene improvvisamente tesa e drammatica sino all’epilogo.
Le illusioni crollano, il velo di menzogne inizia a squarciarsi e quel benessere che sembrava conquistato è messo in grave pericolo. Tutto questo animerà una serie di azioni e reazioni degne di uno scenario di guerra.
Bella la fotografia, le inquadrature scelte con cura e bravissimi tutti gli attori, incluso il più piccolo.
È un film che va visto, questo, anche se fa salire l’amaro in bocca, perché fa comprendere quanto odio possa esistere fra ceti sociali differenti e smaschera il vero ego di tutti i protagonisti. Forse anche quello degli spettatori.