di Cristina Auditore (il pezzo e’ stato redatto dalla studentessa del Liceo Classico U. Foscolo in attivita’ di Alternanza Scuola Lavoro)
Disuguaglianza di genere. Nonostante i grandi cambiamenti nella società, ancora persiste, a causa dei preconcetti e delle norme sociali esistenti.
In un’intervista alla CBS, dopo il rilascio del suo ultimo album Lover, la cantautrice statunitense Taylor Swift, raccontando la sua esperienza, spiega: «Esiste un vocabolario diverso per uomini e donne nell’industria musicale. […] Un uomo fa qualcosa, è strategico. Una donna fa la stessa cosa, è calcolata. Un uomo è autorizzato a reagire. Una donna può solo reagire in modo eccessivo».
Più volte ha affrontato questa questione, e la rende tema centrale di una track del suo ultimo album intitolata The Man, realizzando inoltre un video musicale (scritto, diretto e prodotto per l’occasione dalla cantante stessa) in cui è proprio lei ad interpretare il suo alter ego maschile grazie ad uno speciale trucco (https://www.youtube.com/watch?v=AqAJLh9wuZ0). Ospite all’NPR Music Tiny Desk Concert pubblicato su YouTube il 28/10/2019, Taylor racconta: «Mi chiedevo sempre: posso scrivere una canzone riguardo a questo? C’è un modo conciso e accattivante per scrivere una canzone riguardo a questo? […] ho deciso che la cosa più divertente da fare sarebbe stata immaginare come la mia vita sarebbe stata, e cosa gli altri avrebbero detto riguardo alla mia vita, se avessi fatto tutte le stesse cose, ma se fossi stata un uomo».
“Sono così stanca di correre più veloce che posso, chiedendomi se ci arriverei prima se fossi un uomo”, sentiamo nel ritornello della canzone. Nel film documentario Miss Americana diretto da Lana Wilson, che ci riporta parte della vita e della carriera di Taylor Swift, la cantautrice, parlando alla regista «Viviamo in una società in cui le donne nel mondo dello spettacolo sono relegate in un cimitero di elefanti quando compiono 35 anni», dice sorridendo, «Le artiste donne che conosco si sono reinventate venti volte in più degli artisti uomini. Devi farlo. Altrimenti resti disoccupata. […] Siccome ho quasi 30 anni voglio lavorare sodo finché la società tollera il mio successo».
“Direbbero che ho tastato il terreno prima di trovare qualcuno a cui legarmi”, scrive Taylor nella prima strofa. Esistono doppi standard sessisti anche in materia di relazioni. Una donna che ha avuto molti legami sentimentali è additata come poco di buono, un uomo nella stessa situazione è invece considerato un playboy, popolare tra le donne: “brinderebbero tutti alla mia, lascerebbero giocare i giocatori”, perché se un uomo “gioca” va bene, che male c’è? E lo stesso accade per donne e uomini che, cantautrici e cantautori, scrivono sulla loro vita sentimentale. Ne parla in un’intervista del 2014, promuovendo il suo album 1989: «Ci saranno persone che diranno ‘oh sai, lei scrive solo canzoni sui suoi ex fidanzati’. E francamente penso che sia un angolo molto sessista da prendere. Nessuno lo dice di Ed Sheeran. Nessuno lo dice di Bruno Mars. Scrivono tutti canzoni sulle loro ex, sulle loro attuali fidanzate, sulla loro vita sentimentale. E nessuno alza lì una bandiera rossa».
“Che cosa indossavo, se sono stata scortese, potrebbero essere separati dalle mie buone idee e mosse di potere”. Le donne sono molto più giudicate rispetto agli uomini riguardo al loro comportamento e al loro modo di vestire. E spesso le loro scelte di abbigliamento sono anche usate per giustificare l’aggressione sessuale contro di loro. Inoltre è più comune che un uomo sia conosciuto e ricordato per le sue trattative di successo o per le sue idee politiche, piuttosto che per voci o scoop legati alla sua figura. In passato la cantante ha dovuto affrontare un processo per un caso di molestie sessuali. Un articolo di repubblica.it del 15/08/2017 riporta: «La cantante Taylor Swift stravince in tribunale contro il dj radiofonico David Mueller che aveva accusato di averle messo una mano sotto la gonna e averle palpato il sedere dopo un suo concerto a Denver (Colorado) nel 2013». Lei stessa racconta: «Mi era successo, lo abbiamo detto al suo capo, hanno indagato, è stato licenziato, poi mi ha fatto causa per milioni di dollari. L’ho controquerelato per un dollaro». Il processo ha avuto dunque due fasi, entrambe vinte dalla cantante. «Ero arrabbiata perché le donne subiscono queste cose» racconta. «Non ti senti vittoriosa quando vinci perché il processo è disumanizzante». Nel suo caso c’erano sette persone e una foto a testimoniare l’accaduto. «Cosa succede se ti stuprano ed è la tua parola contro la sua?».
Durante una delle serate del suo Raputation Stadium Tour, Taylor parla ai fan: «Penso a chi non è stata creduta, a chi non viene creduta, a chi ha paura di parlare perché teme di non essere creduta», sperando che il verdetto in suo favore incoraggi a denunciare. E si è pronunciata, rompendo il silenzio sulle sue opinioni politiche, in favore dei democratici del Tennessee, per contrastare, alle elezioni americane di metà mandato del 2018, Marsha Blackburn (in lizza per la corsa al senato del Tennessee), conservatrice che proclama spesso il suo sostegno al presidente Trump, che ha votato contro la riautorizzazione del Violence Against Women Act (che serve a proteggere le donne da stalking, stupro, violenza domestica), e che si dichiara non favorevole ai principi dell’Equality Act.
Nel corso della realizzazione della track The Man, in una delle riprese di vita quotidiana della cantautrice riportata nel film Miss Americana, sentiamo il produttore Joel Little dire a Taylor: «Dev’essere estenuante. Devi pensare a questa merda tutto il tempo». E lei: «Elabori costantemente una strategia nella tua testa su come non essere umiliata per qualcosa ogni giorno. Ma poi ti accusano di essere calcolatrice perché hai una strategia». E lui: «Perdi comunque». E lei «Sì, insomma, sto bene, ma devi farti in quattro costantemente».
L’artista spiega: «Cerco di capire il più possibile come rispettare le persone, come deprogrammare la misoginia nel mio cervello. Rifiutala, respingila e resisti. Non esistono le troie. Non esistono le stronze. […] Non vogliamo essere condannati per essere sfaccettati».