LE NOSTRE INTERVISTE : “CI IMPEDISCONO DI VEDERE I NOSTRI NIPOTI”

8 Agosto 2019 | Redazione

di Marzia Lazzerini, Giornalista

La lettera di Francesca che non sa più nulla dei nipoti da quando sono stati traferiti in casa famiglia a Roma, ottobre 2018.

Uno scenario che ha dell’assurdo quello che racconta Francesca, nonna di due nipoti di 3 e 8 anni, una figlia morta all’improvviso per embolia polmonare e il padre dei bambini agli arresti domiciliari per violenza in famiglia.

“Si sono praticamente perse le tracce dei miei nipoti, da quando sono stati trasferiti gli atti dal Tribunale di Ancona a quello di Roma. Assieme al procedimento anche i due bambini sono stati trasferiti dalla casa famiglia protetta di Macerata a quella di Roma. Da quel momento nessuno sa più nulla. A chiunque è vietato vedere i bambini”. Così dichiara la donna. Parliamo di ottobre 2018. Quasi un anno fa. I parenti dei bambini non sanno più dove si trovano e se stanno bene. Nessuno può vederli, né i nonni né gli zii e nemmeno il fratello di 11 anni avuto da una precedente relazione della madre.

Un silenzio quello del Tribunale per i Minorenni di Roma che si è interposto tra i parenti (fratello compreso) e i bambini, che sembra aver voluto alzare un muro insormontabile riconoscendo, pare, uno strapotere nelle mani di soggetti sottratti, di fatto, a qualsivoglia controllo. A testimoniare le parole della donna ci sono le due adunanze delle camere di consiglio di Ancona e di Roma, nelle quali i giudici mostrano una netta differenza di approccio e di apertura nei confronti dei parenti dei fratellini e del loro eventuale rinserimento in un contesto famigliare di origine.

La vicenda inizia quando la madre dei due piccoli muore improvvisamente a causa di un embolia polmonare e conseguente arresto cardiaco, un anno fa. Era nelle Marche perché voleva vedere il suo compagno che si trovava agli arresti domiciliari per violenze in famiglia. Una storia burrascosa della quale evidentemente la donna ancora non si dava pace. Dunque inaspettatamente i suoi due bambini rimangono soli. La donna aveva anche un altro figlio, più grande, avuto da una precedente relazione. Anche a lui, non si comprende il motivo, sarà successivamente impedito di vedere i suoi due fratelli.

Una volta accertata la morte non violenta della donna e allertati gli assistenti sociali del luogo, i bambini, di 3 e 8 anni, vengono messi in una struttura protetta. La nonna materna, a questo punto, presenta tempestiva richiesta di affidamento dei minori presso di lei, quanto meno temporaneamente. In piena collaborazione con il Tribunale dei Minorenni di Ancona e con la casa famiglia di Porto Recanati iniziano gli incontri fra la nonna ed i bambini e gli assistenti sociali constatano anche gli immediati benefici della ripresa dei rapporti familiari ed infatti ne favoriscono la continuazione. Questo viene anche scritto in una relazione depositata al Tribunale di Roma, nella quale si sottolinea che i bambini stavano rispondendo molto bene e che giovavano del riavvicinamento ai nonni materni. A settembre 2018 il Tribunale per i Minorenni di Roma, riconoscendo la propria competenza territoriale a discapito del Tribunale per i Minorenni di Ancona, previa nomina di un tutore, disponeva la temporanea sospensione del diritto di visita dei parenti nonché il trasferimento dei minori presso una casa famiglia di Roma, tenuta segreta ai familiari. A nulla sono valse le successive richieste per la ripresa delle visite. Successivamente verranno interrotti bruscamente anche gli incontri tra il fratello più grande e i piccoli. Ad oggi, ancora, è tutto sottoposto al parere del Pubblico Ministero dei Minori ma da aprile non è stato preso alcun provvedimento e non è stata accolta nessuna istanza del difensore della nonna Francesca.

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