I DIRITTI DELLE DONNE IN ITALIA

13 Giugno 2017 | Michela Nacca

3–4 minuti


Lunghissima la strada, in Italia, per ottenere diritti civili femminili pari a quelli maschili, almeno sulla carta:

solo nel 1945-1946 viene riconosciuto il diritto di voto alle donne.

Fino al 1963 alle donne era vietato partecipare al Concorso per Magistrati, Cancellieri.

Fino al 1963 le donne potevano essere legittimamente licenziate a causa di matrimonio o maternità. Solo da quell’anno un’apposita legge tutela le donne sposate e madri.

Fino al 1968 l’adulterio femminile era considerato un reato, dunque condannabile, a differenza di quello commesso da uomini.

Solo dal 1975 le mogli italiane non sono più costrette ad usare il cognome del marito, potendo continuare ad usare il proprio.

Solo dal 1975 viene riconosciuta una potestà genitoriale femminile pari a quella maschile. Fino ad allora la legge prevedeva una potestà maritale e paterna superiore. Il patrimonio familiare non è più gestito solo dall’uomo ma anche dalla donna, con l’introduzione del regime legale della  “comunione dei beni”.

Dal 1981 le donne sono ammesse in Polizia.

Solo dal 1981 è venuta meno la fattispecie del “delitto di onore”. Fino ad allora per l’omicidio di una donna da parte dell’uomo, per motivi di onore, si prevedeva una condanna con pena detentiva estremamente ridotta: dai 3 ai 7 anni. Già dal 1968 la Corte Costituzionale aveva considerato illegittima la norma, ma ci sono voluti  altri 13 anni prima che il legislatore intervenisse.

Fino al 1981 lo stupratore poteva estinguere il reato, sposando la vittima abusata (matrimonio riparatore).

Dal 1999 anche le donne possono essere assunte in Forze Armate.

Nel 2009 viene introdotto il reato di stalking.

Dal 2010, sulla spinta di precise direttive europee, vengono introdotte numerose novità per le madri su: flessibilità di Orari di lavoro, congedi parentali, incentivi per promuovere l’imprenditoria femminile.

2011 – vengono introdotte le “quote rosa” nei consigli di amministrazione, pari ad almeno 1/5 del numero totale, per incentivare l’ascesa professionale femminile, smantellando quel soffitto di vetro stagnante che di fatto anncora rende rara la presenza femminile ai massimi vertici dirigenziali.

2013 – obbligatorietà dell’arresto di chi commette stalking.

2013 Vengono stanziate risorse per la creazione di case-rifugio per donne abusate e vittime di stalking.

2015 la “quota rosa” sale ad 1/3.

2017 I figli possono assumere anche il cognome materno.

ma la applicazione pratica di diritti pari fra omini e donne e’ ancora ben lungi dall’esser raggiunta….

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